Procede con il vento in poppa il viaggio di Panikit–piccolo kit di pacificazione con gli attacchi di panico a scuola, creato insieme agli studenti e alle studentesse a cui è rivolto. Dopo aver visto la luce, essere stato timidamente accompagnato nel mondo è giunto il momento delle pagelle: Panikit funziona o meno ? E cosa funziona meglio e cosa peggio in Panikit ? La pagella però, questa volta, non arriva da insegnanti o adulti ma dalle uniche persone che, alla luce dell’importanza del coinvolgimento che ha caratterizzato il suo sviluppo, possono e devono avere voce in capitolo sulla sua valutazione, che lo stanno adottando e potranno usufruirne in futuro: gli e le adolescenti.
Insieme al prezioso supporto metodologico di Dors, Centro di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte (in particolare Simonetta Lingua ed Eleonora Tosco), abbiamo preparato un progetto di valutazione il cui fine è stato esplorare quali fossero le percezioni del Panikit da parte del target a cui è destinato. Accade spesso che i prodotti di promozione della salute siano calati dall’alto, non tarati o adatti al pubblico a cui sono diretti, con conseguenze decisamente negative in termini di adozione, efficacia e spreco delle poche risorse disponibili. Inoltre, questa valutazione, è fondamentale per comprendere quali siano le criticità e i punti di forza percepiti, al fine di creare una seconda versione di Panikit, maggiormente accordata alla sensibilità delle persone a cui è rivolto, includendo il loro punto di vista e rendendo maggiormente partecipato il processo di co-costruzione, uno degli aspetti che maggiormente caratterizzano Panikit, attribuendogli valore.
Il percorso di valutazione/ricerca è durato quasi un anno scolastico, a cavallo tra il 2023 e il 2024. Il campionamento è stato di convenienza (abbiamo tendenzialmente utilizzato molti dei canali già attivi) e per raccogliere i dati sono stati utilizzati un focus group e un questionario ad hoc creato attraverso google form, da compilare anonimamente. Attraverso differenti modalità (sponsorizzazioni FB, post su Insta, partecipazione ad eventi e festival e, soprattutto, incontri nelle classi durante lezioni e autogestioni), siamo riusciti a raccogliere più del doppio dei 30 questionari che ci eravamo prefissati, arrivando a 74.
Vista l’attenzione di Panikit verso le disuguaglianze sociali e di salute, abbiamo ritenuto fondamentale raccogliere dati e prospettive da persone provenienti da contesti sociali diversi, in modo da rappresentare, per quanto possibile, il punto di vista di diverse fasce della popolazione. Abbiamo voluto dare particolare attenzione ai contesti sociali svantaggiati, scegliendo non solo licei situati nel centro di Torino, che sono tendenzialmente privilegiati, ma anche – e soprattutto – istituti tecnici e professionali in zone meno centrali.Questo perché, su vasta scala, le persone che frequentano scuole di grado inferiore potrebbero incontrare, in futuro, un numero maggiore di difficoltà sociali e problemi di salute mentale, con minori risorse materiali e immateriali per affrontarli, rispetto a chi proviene da contesti più avvantaggiati e frequenta scuole prestigiose. Non possiamo infatti dimenticare che anche la salute mentale è strettamente legata alla classe sociale. Di conseguenza, per noi è stato essenziale che Panikit fosse facilmente accessibile e comprensibile proprio per quelle persone che possono incontrare maggiori barriere nell’usare risorse per promuovere la propria salute mentale. Ed è soprattutto la voce di queste persone che è stato importante ascoltare per far sì che il processo di valutazione e adattamento potesse inserirsi nel contrasto alle disuguaglianze sociali e di salute. Inoltre, sempre in questa direzione, è stato fondamentale raccogliere e integrare il punto di vista delle persone che vivono direttamente problemi di salute, disagio mentale e attacchi di panico.
Ma quindi, alla fine, chi ha compilato il questionario?
- L’età media del campione è di 16.27 anni (min. 14 max 19).
- Il 56,8% delle persone che hanno compilato il questionario si identifica nel genere femminile, il 41,8 nel genere maschile, l’1,4% come non-binary.
- ll 44,6% delle persone che hanno espresso la loro opinione ha sofferto o soffre di attacchi di panico, mentre il 41,6% ha sofferto o vive altre forme di disagio,il 25,7 ha selezionato “sto abbastanza bene”.
- più di un terzo delle persone che hanno valutato Panikit ha aiutato altre persone durante attacchi di panico.
- Rispetto alla classe sociale, poco più della metà del campione frequenta un Istituto Professionale, la restante metà è suddivisa tra Liceo (24,3%) e Istituto Tecnico (24,3%)
- più di un terzo del campione (il 36,5%) ha una madre con un titolo di studio abbastanza basso, la licenza media
- un quarto delle persone è figlio/a di genitori di madre lingua non italiana, .
E come, queste persone, hanno valutato Panikit e le sue parti ?
– Come ci aspettavamo stile comunicativo, linguaggio utilizzato e consigli forniti sono stati gli aspetti maggiormente apprezzati mentre lunghezza e maneggevolezza del formato cartaceo quelli che hanno riscontrato il minor gradimento e raccolto alcuni aspetti critici.
– Panikit è stato giudicato più che utile per tutte le funzioni per cui è stato ideato: aiutare chi sta supportando persone che stanno vivendo attacchi di panico, gestire i propri attacchi di panico e, infine, parlare di salute mentale e attacchi di panico in classe e a scuola. In particolare, è questa ultima funzione che gli studenti e studentesse riconoscono la maggiore utilità di Panikit.
Provando a confrontare i risultati emersi da diversi sottogruppi:
- non emergono differenze sostanziali nella valutazione di persone con genitori italiani confrontata con quella di persone con genitori stranieri,
- le persone che vivono condizioni peggiori di salute valutano leggermente più utile Panikit, così come quelle che hanno aiutato altre persone, rispetto a quelle che godono di buone condizioni di salute.
- Paradossalmente, invece, la lunghezza viene percepito essere un problema soprattutto per chi ha valutato la versione cartacea, più breve di quella online, per la quale non viene valutata come problematica e che è stata, generalmente, valutata come migliore.
Infine, per facilitare il processo di co-costruzione e adattamento, abbiamo lasciato spazio ad una domanda aperta a cui studenti e studentesse potevano rispondere fornendo consigli per migliorare Panikit, di cui abbiamo analizzato i risultati con un’analisi tematica. I suggerimenti che studenti e studentesse hanno fornito sono relativi, in ordine decrescente, alla forma (lunghezza, font, ordine, immagini), alla fruibilità del pieghevole, ai consigli presenti, ai colori, all’organizzazione di testo, immagini e font.
In conclusione, grazie alla valutazione da parte di studenti e studentesse abbiamo ottenuto un’idea di quali siano alcuni degli elementi necessari per adattare Panikit al loro punto di vista e alla loro sensibilità. In linea generale, oltre a qualche altro ritocchino sulla veste grafica, la nostra sfida sarà quella di intervenire sulla sua lunghezza senza snaturarlo, trovando un equilibrio tra la brevità che chi ha compilato vorrebbe, ciò che riteniamo possa essere utile aggiungere e togliere, e i contenuti attuali che studenti e studentesse giudicano utile ed efficace nel parlare di salute mentale e attacchi di panico a scuola e in classe e per avere informazioni e consigli per gestire i propri e altrui attacchi di panico.
Nel frattempo ci siamo già messi al lavoro per produrre la seconda edizione, abbiamo avuto il piacere di confrontarci con alcuni interlocutori in occasione del convegno “La salute mentale della scuola: riflessioni su strumenti, diritti, e partecipazione dei giovani e delle giovani alla promozione del benessere negli ambienti educativi”, con il patrocinio della Città di Torino, e non vediamo l’ora di tornare a confrontarci durante “Bussole per la scuola“.
Adesso, è l’ora di tornare al lavoro, l’anno scolastico è ripreso e anche noi, dopo aver imparato questa lezione da studenti e studentesse, torniamo sui banchi a fare i nostri compitini, forti della fiducia di studenti e studentesse e grati per il supporto ricevuto da tutte e tutti.

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