Ed. Einaudi, 2024
Nel corso di questa lettura, Vittorio Lingiardi, celebre psichiatra e psicoanalista, sembra volerci prendere per mano e accompagnare alla (ri)scoperta del nostro corpo, mescolando rigore scientifico e risonanza simbolica.
In Corpo, umano nulla è lasciato al caso, a partire da quella virgola inserita con delicatezza dall’autore quasi ad imporci una pausa di riflessione, un invito a prendere consapevolezza che quello del Corpo è un tema che si trova ovunque e in ogni momento: sviscerato nelle sue parti dalla medicina specialistica, idealizzato dal mondo dei social, contemplato o detestato di fronte ad uno specchio …
Nel corso della lettura il corpo viene scomposto, analizzato e riproposto nella sua interezza, in un viaggio che ripercorre con una precisione chirurgica non solo la storia medica, ma anche quella artistica, etimologica, musicale, cinematografica, letteraria di ogni sua parte. Si compone così un ritratto affascinante, colto e intimo del corpo, dipinto non solo come oggetto biologico, ma come luogo della memoria, dell’identità e dell’emozione. Lungi dall’essere un semplice saggio anatomico, il libro è un viaggio profondo e multidisciplinare che attraversa organi e apparati corporei, dedicando a ciascuno di essi una narrazione a sé, evocando in chi legge pensieri, ricordi e domande sul proprio modo di abitare il corpo.
Corpo, umano è un invito a rimanere su quella virgola e a porci delle domande riguardanti un corpo che molto spesso abbiamo dato per scontato. L’autore ci porta, ad esempio, a notare quanto la pelle, così superficiale, sia in realtà il più psichico dei nostri organi: “un involucro di confine, luogo del con-tatto”.
O ancora, ci invita a spostare la nostra attenzione su una parte del corpo spesso solo considerata dal punto di vista estetico: il naso, porta di ingresso dell’olfatto, senso fondamentale che negli esseri umani risulta sempre meno sviluppato fino ad essere stato quasi disattivato durante la pandemia; olfatto che, fa notare l’autore, sta conoscendo un momento di rinascita scientifica e culturale: “diversamente dalle immagini e dai suoni, gli odori non circolano online, richiedono vicinanza fisica e sono inafferrabili”.
Anche nel presentare la lingua e la bocca, ci viene ricordato ancora una volta quanto il nostro corpo sia letteralmente ovunque, anche nelle più comuni espressioni idiomatiche: scioglilingua, non avere peli sulla lingua, restare a bocca aperta, acqua in bocca, avere qualcosa sulla punta della lingua …
Come con la penna di un poeta, Lingiardi passa, infine, alla descrizione del cervello come un labirinto infinito, pieno di stanze e artefatti che dirige l’orchestra di tutti gli strumenti raccontati all’interno della sua opera. È proprio il cervello a diventare l’emblema di quanto misterioso e affascinante sia il nostro corpo, più o meno stabile compagno di vita ancor prima di venire al mondo, e al contempo intricato, in continua evoluzione e ancora tutto da scoprire.
Corpo, umano, pertanto, è un libro da leggere con lentezza, lasciandosi attraversare dalle parole, come un respiro che attraversa, appunto, il corpo-umano, rispetto al quale l’autore ci esorta a riscoprire la dignità e la complessità, in quanto luogo di relazione, di interscambio tra dentro e fuori, e che è, quindi, personale ma anche collettivo.
In un’epoca in cui spesso ci dimentichiamo di avere un corpo — o lo riduciamo a superficie da esibire o migliorare — Lingiardi ci ricorda che abitare il corpo è un gesto di profonda umanità. Corpo, umano ci invita a rientrare in noi stessi, ad ascoltare le storie che ogni organo custodisce, a prenderci cura di questa nostra complessità. Perché conoscere il proprio corpo, in fondo, significa imparare ad abitare meglio anche il proprio tempo e la propria vulnerabilità.

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