Lo scorso sabato 20 settembre abbiamo accompagnato Marco Cavallo nella tappa milanese del suo viaggio nei CPR, i Centri di Permanenza per il Rimpatrio delle persone migranti. Un corteo colorato e battagliero che ha attraversato parte della città fino al tratto antistante il CPR di Via Corelli, dove si sono tenuti interventi del Forum Salute Mentale e delle altre realtà promotrici e aderenti all’iniziativa.

Di seguito potete leggere il testo del nostro intervento:

<<Liberiamoci delle istituzioni totali, pratichiamo una cura collettiva contro il razzismo e le disuguaglianze sociali.

Ciao a tuttx, siamo lo Sportello Ti Ascolto Milano e vogliamo partecipare con una nostra riflessione collettiva a questa giornata di mobilitazione.
Si è celebrato nel 2024 il centenario della nascita di Franco Basaglia, tra dibattiti, libri, mostre che ricordano tra le tante capacità dello psichiatra e militante veneziano quella di aver contribuito all’apertura prima e chiusura poi dei manicomi, conquista fondamentale per la storia del nostro paese ed esempio nel mondo di come fosse possibile agire l’impossibile, abolire una delle forme più violente di internamento, controllo e annichilimento dell’essere umano costituito attorno alla segregazione dei folli e della loro presunta pericolosità sociale.
Le celebrazioni sono state variegate, e in molti contesti si è fortunatamente messo al centro l’urgenza attuale di rendere presente quel pensiero e quella pratica, perché i manicomi, in realtà, non sono scomparsi dalla nostra storia e dalla nostra quotidianità.
I CPR sono uno dei luoghi eredi di quella funzione, così come il carcere, le RSA come altri servizi di salute mentale basati di fatto sulla coercizione e la privazione totale di soggettività, dignità delle cure e autodeterminazione. I CPR però svolgono un ruolo specifico e fondamentale nell’intreccio da razzismo strutturale ed istituzionale, difesa dei confini europei e pulizia sociale delle città della e dalla miseria. Il suo statuto giuridico ai limiti del diritto, come molti dei provvedimenti e delle istituzioni destinate al contenimento dei flussi migratorio, lo rende un “non-luogo” perfetto per rapire senza alcun reato persone senza documenti, trattenerle ingiustificatamente per lunghi periodi in stati indegni anche per le peggiori carceri italiane ed espellerli nei nuovi quanto inutili e anticostituzionali centri di detenzione ed espulsioni albanesi varati dal governo Meloni. In questi contesti la vera colpa delle persone internate è il processo di razzializzazione che vivono e subiscono, nell’essere persone nere e del sud globale, corpi utili solamente per produrre e riprodurre col massimo dei profitti in alcuni dei settori essenziali delle nostre economie, dall’agricoltura, alla logistica alle cure a domicilio, e allo stesso tempo nemico pubblico numero uno sempre più nel mirino delle politiche securitarie e fasciste dell’estrema destra al governo così come del centro-sinistra negli ultimi quarant’anni. In questo processo gli strumenti e il lavoro della salute mentale sono fortemente utilizzati come strumento di controllo e disciplinamento delle persone internate: oltre a forme di violenza fisica indiscriminata e condizioni di vita ai limiti della tortura, le persone rinchiuse sono costrette ad un’assunzione spesso forzata di psicofarmaci con una funzione esplicitamente sedativa, per bloccare le minime richieste di diritti, accesso ad avvocati e i tentativi di rivolta, come emerso in numerose indagini indipendenti.
Numerosi appelli di psicologx e professionistx della salute mentale hanno tentato di interrompere la complicità della nostra categoria con questa ignobile gestione, e il viaggio di Marco Cavallo si propone come slancio ulteriore nel provare a bucare le mura di questi nuovi lager con un simbolo storico che è diventato a suo tempo il caso esemplare di come dalla violenza più assoluta possano nascere vie di fuga inaspettate per tutta la società, fatte di immaginazione collettiva a pensare come liberarci tuttx piuttosto che soccorrere delle vittime.
Qui sta un punto fondamentale per noi: cercare di fare tutto il possibile per ascoltare e sostenere le voci e le lotte di chi dentro i CPR è rinchiuso, fornendo tutto il supporto possibile e riconoscendo il ruolo cruciale dell’autodeterminazione di queste persone, delle loro scelte, strategie, bisogni e desideri. Essere solidali senza mai coprire, sovrainterpretare, mistificare le volontà di queste soggettività e mettendo in discussione costantemente il nostro posizionamento sociale, culturale, storico, come ci indicano le lotte decoloniali in tutto il mondo. Essere solidali come psicologx significa mettere in discussione il nostro lavoro per il mandato che ci viene richiesto, di riadattamento e controllo sociale, e metterci a disposizione per combattere le disuguaglianze sociali e le oppressioni strutturali di genere, razza e classe che attraversano la società, il nostro lavoro clinico e le nostre vite.
La tutela e prevenzione della salute mentale, come ormai ampiamente dimostrate dalle ricerche e approcci basati sulle determinanti sociali, è fatta anche e soprattutto di case abitabili e accessibili, di lavori ben pagati, di sanità e istruzione gratuite e garantite universalmente, di un territorio dove potersi muovere, respirare, vivere liberamente e dignitosamente senza il ricatto di un documento.
Per questo oltre a sottrarci a diventare aguzzini, rifiutandoci di diventare disciplinatori dellx marginalizzatx, possiamo e dobbiamo mobilitarci per una trasformazione del nostro ruolo e della società attraverso nuove rivendicazioni e nuove visioni della cura che sono ormai ben diffuse non solo in ambienti di nicchia, che in tante parti del mondo dimostrano che forme di cura comunitaria, partecipata, basata sui bisogni di salute pubblica sono pienamente efficaci per il benessere della popolazione, riducono gli impatti patologici e patogenici, ma soprattutto permettono la costruzione di una società più giusta e libera.
Noi camminiamo a fianco di Marco Cavallo, contro le istituzioni totali e il mondo che lo produce, generatore di genocidi, catastrofi climatiche e sfruttamento infinito, perché una nuova fantastica bestia selvaggia possa sfondare i cancelli di tutti questi luoghi e permetterci di volare sulle sue ali, senza confini e in una società piena di bellezza, gioia e libertà nelle vite di tuttx.
Viva Marco Cavallo, morte ai CPR!>>

Grazie alla rete Mai più Lager – NO ai CPR per le ultime due immagini.

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