In questo articolo vengono analizzati i Sistemi Sanitari di due paesi molto distanti tra loro, sia geograficamente che politicamente: la Grecia e gli Stati Uniti. Tuttavia appare lampante in entrambi questi paesi la direzione delle politiche sanitarie, sempre più volte ad un depotenziamento dell’intervento dello Stato.
Questo porta ad un proliferare di iniziative, di carattere talvolta popolare, che hanno una duplice conseguenza: da una parte un aumento della coesione sociale e di solidarietà, dall’altra però è presente il rischio di una frammentazione dei servizi che gioca una funzione importante nella dispersione delle energie volte all’implementazione di un SSN universale ed equo.
Tali riflessioni hanno un valore cruciale per il lavoro che, come Sportello TiAscolto!, svolgiamo quotidianamente nella consapevolezza che, in quanto Sportello, esistiamo nostro malgrado.
I dati recenti dell’OCSE dicono che il 7,1% degli italiani (oltre 4,2 milioni di persone) rinuncia a farsi curare perché il costo della prestazione è troppo alto, la lista d’attesa troppo lunga oppure l’ospedale troppo distante. Con il diminuire del reddito il disagio cresce: la rinuncia alla cura sale al 14,6% degli italiani nel caso in cui gli interpellati appartengano al 20% più povero della popolazione italiana. Poi ci sono coloro che – a causa della combinazione alti ticket e lunghe liste d’attesa – rinunciano a farsi curare all’interno del SSN e trovano più conveniente rivolgersi al settore privato, a pagamento, ad un prezzo talvolta esagerato, perché dettato dalle regole del mercato.