Psicopolitica (Benedetto Saraceno, 2019)
Nel volume “Psicopolitica. Città salute migrazioni” l’autore fornisce un’istantanea del momento storico attuale che è in prima battuta sconfortante. Viviamo tempi di profonda recessione non solo dal punto di vista economico; a vacillare oggi sono i diritti e i valori di giustizia, di tolleranza. Abbiamo rinunciato alla solidarietà, viviamo in un contesto che produce vulnerabilità soprattutto dal punto di vista sociale e psicologico; la sofferenza attuale è una sofferenza “urbana”, collettiva, alla quale però rispondiamo con misure sempre più de-soggettivanti, negando la collettività della vulnerabilità stessa.
Di fronte a questo scenario la tentazione è di voltare le spalle e lasciare che tutto continui ad accadere o meglio, a decadere. Eppure in “Psicopolitica” Saraceno mostra come delle risposte siano possibili e attuabili.
La risposta che possiamo dare è una risposta prima di tutto locale; occorre oggi concentrarsi su un contesto ridotto in termini di dimensione, ma estenderlo in termini di profondità. Il locale deve divenire nostro “laboratorio permanente”, luogo in cui si lavora con e per i singoli in modo diretto, consapevoli del fatto che ciò presuppone una rinuncia alla generalizzabilità e alla visibilità mediatica.
Per fare tutto ciò è necessario innanzitutto prendere distanza dalle certezze, allontanarci da ciò che è prudente; solo così possiamo riconnetterci con la possibilità della ricerca. Dovremmo infine riconsiderare il nostro modo di guardare a speranza e utopia, termini a cui da tempo abbiamo rinunciato; esse non appartengono ai sognatori, agli immaturi, noi possiamo e anzi dobbiamo riappropriarci del diritto di sperare.