di Paolo Crepet, ed. Mondadori 2022.
Una lettura che ci accompagna attraverso i temi che caratterizzano il panorama educativo attuale. Ogni capitolo esplora una tematica legata alla crescita di bambini e ragazzi e alla relazione tra queste tematiche e la società moderna.
Paolo Crepet esplora questi temi con la voce critica che lo contraddistingue, esprimendo il suo pensiero in maniera forte, senza paura di sconvolgere ma anzi forse proprio con l’intento di scuotere l’animo del lettore e attivare una sua riflessione. Ci si ritrova così a interrogarsi su tematiche quali la sessualità, i social, la religione…in un’ottica di sostegno alla genitorialità e alla società in generale, nella quali i ragazzi crescono.
Accanto alla critica si affianca infatti una visione amorevole e di cura verso i giovani e verso i genitori che, talvolta, si trovano sprovvisti degli strumenti educativi necessari. Genitori che confondono l’educazione col controllo o al contrario con una libertà priva dei confini necessari ad aiutarli a crescere. Educare, secondo l’autore, prende invece la forma di fiducia, riconoscimento, essere d’esempio, fare da guida, donare del tempo. Educare non solo allo studio, al lavoro, al raggiungimento di obiettivi, ma educare all’umiltà, alla curiosità, al rispetto, alla fiducia, alla vulnerabilità e infine all’autonomia.
Una lettura che attiva a volte sentimenti contrastanti attraverso un pensiero severo e schietto con il quale possiamo trovarci d’accordo oppure no, ma che ci spinge ad interrogarci su questi temi per il bene di chi sta crescendo.
“Cerco una parola rivoluzionaria, l’antidoto a odio e indifferenza. Una parola che non sia consolatoria e inerte, come tante che ho ascoltato in queste ore. Penso alla gentilezza, al prorompente cambiamento che indurrebbe nelle loro relazioni, nella costruzione dei loro sogni. Una qualità dell’anima che ho visto nei miei genitori e nei miei più grandi maestri. Perché c’è anche quando si deve reagire, ci si arrabbia, ci si accusa, ci si ribella. Dietro tutto – nei grandi che hanno costruito il mondo e non certo quelli che lo vogliono distruggere-, da qualche parte, velata, c’è questa sublime parola. […] Se le giovani generazioni di un nuovo mondo potessero scegliere una rivoluzione sentimentale. Direbbero che stanno cercando gentilezza, ovvero rispetto, curiosità, necessità di mettersi nei panni degli altri, prospettive non involgarite e avvizzite da rabbia e violenza. Un auspicabile capovolgimento che li renderebbe migliori dei loro genitori, insegnanti, educatori.”